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Afidop: il turismo enogastronomico fa sempre più tappa nei caseifici

AttualitàAfidop: il turismo enogastronomico fa sempre più tappa nei caseifici

Ricette e ristoranti per apprezzare prodotti caseari certificati
Milano, 04 ago. (askanews) – Nel crescente interesse verso il nostro Paese per un turismo di tipo enogastronomico l’esperienza nei luoghi di produzione, cantine, frantoi, cucine domestiche, è sempre più richiesta con il 74% dei turisti italiani che ha visitato questi posti tra il 2020 e il 2023. Di questi circa il 30% ha fatto tappa in un caseificio. Un trend confermato dall’Osservatorio turismo di Confcommercio e che Afidop, l’associazione formaggi italiani Dop e Igp, in vista del periodo clou dell’estate vuole cavalcare proponendo un viaggio ideale per l’Italia dei formaggi certificati, 55 formaggi Dop e Igp dalla pianura all’alpeggio.
Afidop si concentra sulle Regioni leader per accoglienza turistica 2023 (Emilia-Romagna, Puglia, Trentino-Alto Adige e Toscana, quest’ultima la preferita per i soggiorni brevi) proponendo quattro ricette che hanno per protagonisti lo stelvio Dop, la burrata di Andria Igp, il pecorino toscano Dop e il parmigiano reggiano Dop. Quattro formaggi certificati protagonisti di altrettanti piatti, che permettono di apprezzare meglio alcune chicche del nostro patrimonio caseario. Ma Afidop propone anche un tour in luoghi e ristoranti, da Nord a Sud, in cui grazie al carrello dei formaggi, sollecitato dalle Linee guida Afidop per la valorizzazione di Dop e Igp casearie nei menu della ristorazione, è possibile consumare e approfondire la conoscenza di questi prodotti.
Il viaggio comincia nello storico Al Sorriso (a Soriso, NO) – che, ispirandosi all’esempio francese, è dal 1981 uno dei posti cult in Italia per il carrello dei formaggi – si passa poi Da Vittorio (a Brusaporto, BG), autentico must per gli appassionati dove sperimentare formaggi da tutta Europa (Francia, Svizzera, Spagna e Inghilterra, oltre chiaramente all’Italia). Al Pomiroeu (Seregno, MB), lo chef Giancarlo Morelli propone una scelta di 45 chicche casearie, mentre a Roma, dall’Hosteria del Grappolo d’oro dell’oste Antonello Magliani, i formaggi sono anche autentici protagonisti dei piatti. Infine, a Bari al ristorante La Bul dello chef Antonio Scalera, la tradizione pugliese va a braccetto con la creatività: ecco come nasce, per esempio, il risotto all’Asiago DOP con lampascioni, in cui un formaggio tipico del Nord Italia incontra una specialità della cucina regionale pugliese.
“Ogni angolo d’Italia nasconde un formaggio tipico – conferma Antonio Auricchio, presidente di Afidop – Se mozzarella di bufala campana, gorgonzola, caciocavallo silano, grana padano e parmigiano reggiano sono noti in tutto il mondo e protagonisti della nostra cucina, ogni Regione, ogni Provincia italiana può regalare una sorpresa tutta da scoprire. Solo per rimanere in Lombardia, il Bitto e il Valtellina Casera sono specialità della Valtellina che fanno parte di ricette tipiche mentre la produzione dello Strachitunt è circoscritta a pochi piccoli comuni del bergamasco. Parliamo di realtà legate ai loro territori da una storia anche millenaria, plasmandone società, economia e in alcuni casi anche la geografia. Con questa guida vogliamo dare visibilità a questi gioielli, per valorizzarli e far venire la curiosità di prendersi una vacanza o un weekend lungo per assaggiarli nel loro territorio d’origine e scoprire come vengono prodotti”.

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