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Liguria, Toti: “La mia esperienza da governatore finisce qui”

PoliticaLiguria, Toti: “La mia esperienza da governatore finisce qui”

ROMA – “Dopo questa esperienza, la mia esperienza da governatore di Liguria finisce qui. Sono stati 9 anni importanti, abbiamo gestito il Covid e la tragedia del ponte Morandi. La Liguria in questi 9 anni ha detto la sua nel panorama italiano, è una regione importante che cresce più della media nazionale, con un’occupazione in crescita e un turismo in crescita”. Lo dice l’ex governatore della Liguria Giovanni Toti ai microfoni di RTL 102.5. “Mancava circa un anno alla fine del mandato- prosegue-, dopo 4 anni di indagini questa interruzione brusca e traumatica della legislatura colpisce l’equilibrio della regione, sono inchieste traumatiche. Io credo che anche su questo la politica si debba interrogare, il dibattito c’è. Non vedo un futuro da governatore, ho dato il mio contributo. Aiuterò la mia parte politica, poi farò qualche riflessione sulla mia vita che potrà vedere un impegno politico in altro modo o tornare alla mia beneamata professione. Per le prossime elezioni vedremo una importante lista civica, che è un movimento molto importante con ampi consensi. Se ci sarà il mio nome sopra dipenderà dall’utilità, dagli altri partecipanti, dalla scelta che faremo con gli alleati sul prossimo candidato. Ci sono un po’ di nodi da sciogliere e lo faremo i primi di settembre”. “Sarà un referendum non su me stesso ma su un modello di Liguria che ha cambiato faccia, che ha cambiato prospettive di sviluppo. Una regione che cresce. Sarà un referendum tra il passato di una regione che bivaccava ai margini del panorama italiano e una regione che orgogliosamente abbiamo portato al centro di quel panorama. Poi, un pezzo di questa storia è legata al mio nome e alle mie politiche, ma non solo”, aggiunge Toti.

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TOTI: VICENDA PESANTE, MA FIDUCIOSO SI POSSA CHIARIRE

“Da un punto di vista morale la vicenda è stata pesante e sarà lunga, ma sono fiducioso che si possa chiarire tutto anche perché i contorni di questa vicenda non mi hanno convinto dall’inizio e spero che non convincano neanche i magistrati. Spero che su quello che è successo la politica si possa anche interrogare, anche perché i confini fra politica e giustizia sono molto confusi e problematici”, spiega Toti. “Questi mesi- aggiunge- li ho vissuti come una profonda ingiustizia. Parliamo di corruzione, ma nessuno ha messo un euro in tasca, neanche i magistrati mi hanno accusato di un arricchimento personale, anzi. Io prima facevo un altro mestiere, il direttore del telegiornale, ed ero assai più benestante di quando facevo il governatore. Si è trattato di contributi registrati legittimi a un comitato elettorale che ha finanziato campagne elettorali di questi 9 anni della Liguria, del mio movimento politico e degli altri movimenti che hanno governato la Liguria. Quindi è un’inchiesta particolare, stiamo parlando di atti legittimi perché mi si accusa di aver accelerato pratiche portuali o di altro genere totalmente legittime. L’insieme di queste due cose per i magistrati presuppone una forma di corruzione indiretta, che non vuol dire mettere in tasca un euro, ma vuol dire che questi soldi sono stati registrati come contributi all’attività politica. È un’inchiesta che è partita nel 2020, nessuno ci ha mai avvisato”. “Ci hanno filmato, registrato, seguito e pedinato per quasi 3 anni e mezzo- sottolinea Toti- e poi una bella mattina di maggio, a distanza di mesi, è stata una misura di cui la necessità mi deve essere ancora chiarita. Sono una serie di episodi molto lunghi di un periodo di tempo che parte dall’estate del 2020 quando viene contestata una sorta di scambio di favori con dei signori che vengono dalla Sicilia ma che vivono a Genova. Da lì si passa a una serie di attività legate al porto di Genova su cui avrei potuto avere un’influenza. In tre anni di tempo ci sono tanti episodi e penso che un avviso di garanzia sia un atto dovuto”.

TOTI: RICATTO? È UNA BRUTTA PAROLA, MA POLITICA SI INTERROGHI

“Il ricatto è una brutta parola, ma non c’è dubbio che per la prima volta politica e giustizia hanno un episodio molto chiaro e delineato. Sia il giudice per le indagini preliminari sia il tribunale del riesame scrivono con precisione che la reiterazione del reato è direttamente collegata alla permanenza in carica del governatore della Liguria”, spiega Toti. “Non si può tenere in carcere o agli arresti domiciliari una persona per un’ipotesi generica che egli possa tornare a delinquere– aggiunge-, occorre che ci sia uno specifico momento e rischio delineato. Quindi quei criteri di attualità e concretezza che la legge prevede perché vi sia una reiterazione, questo rischio delineato dai magistrati, per la prima volta lo collegano alla carica di governatore. Questo è un tema che riguarda la politica più che la mia posizione individuale che si è risolta con le dimissioni. Dopodiché la politica si deve interrogare. Pensare a una reiterazione del reato di fronte a un’inchiesta di questa natura, la mole di controllo, era poco ipotizzabile. Eppure questa è stata la posizione dei magistrati e siccome la legge lo consente e le leggi le fa il parlamento, io credo che di questo se ne debba occupare il parlamento della Repubblica”.

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