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Mark Rutte nuovo segretario generale della Nato

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di Lino Lavorgna*  

Dal prossimo mese di ottobre il premier dei Paesi Bassi, Mark Rutte,  prenderà il posto dell’attuale  Segretario della Nato, l’eccellente norvegese Jens Stoltenberg.

A volte capita di essere smentito dai fatti ed è l’augurio più sincero che faccio a me stesso, per il bene del mondo, per la tutela della pace, per la salvezza dell’Europa.

Nella rosa dei cinque illustri personaggi tra i quali speravo fosse scelto chi dovrà guidare la Nato non figurava Rutte, ma ora il capo è lui e quindi, dal profondo del cuore, gli formulo i più sinceri auguri di buon lavoro. Possa essere realmente degno del delicato ruolo e sempre pronto ad assumere le decisioni più sagge se la Storia lo obbligherà a scelte difficili.

La più importante alleanza militare intergovernativa del mondo deve rappresentare realmente il baluardo contro ogni tentativo, da chiunque perpetrato, di spostare all’indietro le lancette dell’orologio: quanto più forte sarà il suo potere di deterrenza tanto più si ridurrà il velleitarismo dei tiranni.

Si allarghino sempre più i confini difensivi, pertanto, e si accelerino le pratiche per l’ingresso di quei popoli che ad essa guardano con fiducia e speranza per placare il terrore della solitudine (Bosnia e Georgia) e soprattutto della martoriata Ucraina, i cui eroici soldati da due anni stanno combattendo e morendo anche per difendere la nostra libertà.

“Animus in consulendo liber” pertanto, continui ad essere il monito che deve ispirare ogni passo di chi siede sulla poltrona più scomoda del mondo, tenendo bene a mente, però, l’intero costrutto della frase che Gaio Sallustio inserì nella monografia storica De Catilinae coniuratione, dedicata ai fetentoni dell’epoca, allora come ora, e come sempre, sostenuti “anche” da chi, per formazione e cultura, avrebbe dovuto prendere da essi distanze siderali (nella fattispecie Cicerone): «Sed alia fuere, quae illos magnos fecere, quae nobis nulla sunt: domi industria, foris iustum imperium,  animus in consulendo liber, neque delicto neque lubidini obnoxius». (Ma c’erano altre qualità che li rendevano grandi (i nostri antenati), che noi non abbiamo affatto: efficienza in casa, un governo giusto all’estero, una mente libera nel prendere decisioni, non soggetta a colpe o passioni).

Aiutare il neo Segretario Generale Rutte a dare senso compiuto al monito di Sallustio, scolpito sulla parete della Sala del Consiglio principale del quartier generale di Bruxelles, è compito dei Paesi aderenti, le cui risorse migliori, sostituendosi anche a chi detenga le leve del potere politico e quindi per atavica mentalità attento precipuamente a preservarlo, hanno il doveroso (e difficile) compito di educare e formare masse non adeguatamente pronte a recepire le istanze di una realtà che, giorno dopo giorno, rivela in modo progressivamente più evidente la sua drammaticità, richiamando alla mente il più cupo monito tramandatoci dall’antichità, già insito nelle Leggi di Platone e mutuato dal libro III dell’Epitoma rei militaris di Vegezio: Si vis pacem, para bellum.

 

*analista di geopolitica per conto del mensile “Confini” e presidente del movimento europeista “Europa Nazione”

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