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RemTech, Fazzini (climatologo): Emilia-Romagna non più resiliente

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Le previsioni erano già piuttosto eloquenti già da una settimana

Ferrara, 20 set. (askanews) – “Le previsioni già da una settimana erano piuttosto eloquenti” già da alcuni giorni, quindi “ci poteva essere un atteggiamento di maggiore prevenzione perlomeno nei punti in cui si poteva intervenire maggiormente” in Romagna. Ma non si può negare che “tre eventi di questa magnitudo, in 15 mesi e nelle stesse zone significa estremizzazione climatica, significa che il clima sta cambiando, ma che trova purtroppo un territorio che non è più resiliente e gli effetti si vedono al suolo e soprattutto nei danni a beni mobili immobili e talvolta purtroppo anche nelle perdite di vite umane”. Lo ha detto Massimiliano Fazzini, climatologo dell’università di Camerino e della Società italiana di geologia ambientale, coordinatore del Climate RemTech. “Le previsioni già da una settimana erano piuttosto eloquenti, evidenziamo che tra le giornate di ieri e stasera ci sarebbero state precipitazioni molto abbondanti e purtroppo insistenti sulla Romagna, sull’Appennino Romagnolo e sulle Marche centro settentrionali – ha spiegato Fazzini a margine di un convegno a RemTech Expo a Ferrara -. Ciò è avvenuto, i modelli hanno perfettamente inquadrato le cumulate, per cui ci poteva essere evidentemente un atteggiamento di maggiore prevenzione perlomeno nei punti in cui si poteva intervenire maggiormente. Allo stesso tempo tre eventi di questa magnitudo, in 15 mesi e nelle stesse zone significa estremizzazione climatica, significa che il clima sta cambiando, ma che trova purtroppo un territorio che non è più resiliente e gli effetti si vedono al suolo e soprattutto nei danni a beni mobili immobili e talvolta purtroppo anche nelle perdite di vite umane”. “Intanto pensiamo alla fase emergenziale: comporta che dobbiamo necessariamente seguire le regole dei piani di Protezione Civile – ha ricordato il climatologo -. Dobbiamo cioè metterci ai piani alti non avvicinarsi ai corsi d’acqua perché si rischia la vita: l’uomo deve essere il primo ad adattarsi a queste estremizzazioni climatiche e lo devi fare con le regole più elementari. Purtroppo l’Emilia-Romagna è particolarmente sfortunata, visto che in tre frangenti e distanze estremamente brevi è stata colpita da alluvioni devastanti. Il territorio non ha più resiliente perché evidentemente è stata fatta una pianificazione territoriale completamente sbagliata nei confronti del problema idrologico e idraulico ed evidentemente i danni che abbiamo ora non sono altro che i risultati degli errori macroscopici fatti già dal Dopoguerra. Io da ex alluvionato nelle Marche comprendo perfettamente cosa significhi una situazione del genere, ma purtroppo l’utente Il cittadino non può pretendere che si possa risolvere tutto e subito perché i danni sono decennali e occorrono soldi tempo e corretta ingegneristica per far sì che queste cose perlomeno non avvengano più con questa intensità, cioè bisogna mitigare il rischio per la popolazione e i beni”. “Dobbiamo innanzitutto far capire alla popolazione attraverso una corretta educazione ambientale, che cosa sta succedendo senza fare falsi allarmismi o negando le evidenze e di conseguenza a far capire che cosa realmente si deve fare. Questa cosa deve partire dalle scuole” ha concluso Fazzini.

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